The Ebon Box. Emily Dickinson, n. 169 (1860)

In Ebon Box, when years have flown
To reverently peer –
Wiping away the velvet dust
Summers have sprinkled there!

To hold a letter to the light –
Grown Tawny now, with time –
To con the faded syllables
That quickened us like Wine!

Perhaps a Flower’s shrivelled cheek
Among its stores to find –
Plucked far away, some morning –
By gallant – mouldering hand!

A curl, perhaps, from foreheads
Our constancy forgot –
Perhaps, an antique trinket –
In vanished fashions set!

And then to lay them quiet back –
And go about its care –
As if the little Ebon Box
Were none of our affair!

“Emily Dickinson. Tutte le poesie”, a cura di Marisa Bulgheroni, Mondadori 1997.

“Nella cassetta d’ebano, passati molti anni
guardare reverenti,
scostando quella vellutata polvere
che le estati vi sparsero

E reggere una lettera alla luce –
ormai ingiallita dal tempo –
compitare le sillabe sbiadite
che come vino ci esaltarono!

Forse tra i suoi tesori ritrovare
qualche sgualcito petalo d’un fiore
che una mattina lontano fu colto
da un’intrepida mano, ora consunta!

(…)
E poi riporre tutto, silenziosi,
e andare pei fatti nostri
come se quella cassettina d’ebano
più non ci riguardasse!”

e molti anni dopo, questa bellissima canzone, nella fassbinderiana versione cinematografica (segnalata da Marco Ferrari): dicono di più sul <ricordare> che un tomo di mille pagine…

 

 

 

 

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